La disfunzione erettile è una condizione sempre più diffusa che può compromettere significativamente la qualità della vita dell’individuo e della coppia. Nel caso di disfunzione erettile severa, l’impianto di una protesi peniena rappresenta una valida soluzione chirurgica in grado di ripristinare la funzione erettile. Tuttavia, come per ogni intervento medico, anche l’impianto di protesi peniena non è privo di potenziali rischi e complicanze post-operatorie.

È quindi essenziale che il paziente sia correttamente informato e consapevolizzato sui possibili rischi connessi a questo tipo di procedimenti protesici. Un adeguato counselling pre-operatorio da parte di qualificati specialisti del settore, come quelli di un qualificato Centro Andrologico Italiano, può contribuire a ridurre le paure del paziente e a fargli comprendere le eventuali complicanze che, seppur poco frequenti, esistono.

 

Protesi peniene rischi: Complicanze chirurgiche

L’impianto di una protesi peniena è considerato un intervento di chirurgia complessa. Come per ogni tipo di chirurgia, anche in questo caso sussistono potenziali rischi di complicanze post-operatorie. Le possibili complicanze includono infezioni della ferita chirurgica, che si verificano nel 2% dei casi. Solitamente sono causate da batteri che penetrano attraverso la ferita. Si manifestano con vari segni e sintomi, sino a perdite purulente dalla ferita. Per prevenirle è fondamentale operare in condizioni di sterilità, seguire scrupolosamente tutti i passi per ridurre i rischi di questa complicanza (che, comunque, è molto poco frequente) ed eseguire una corretta pulizia della ferita nel post operatorio così come seguire tutte le indicazioni fornite dal medico.

Un’altra possibile complicanza (comune) è la formazione di ematoma nel pene, nello scroto, nel perineo (l’area che va tra i testicoli e l’ano). Seppur di poco significato, va gestita con misure locali come un bendaggio compressivo, applicazioni topiche di ghiaccio o uso di anti-infiammatori orali con l’adeguata copertura antibiotica. 

Infine, il paziente può avvertire dolore temporaneo nella zona operata o lungo il fianco (dove viene allocato il serbatoio). Il paziente, pur non notando alcun taglio sulla pelle esterna, presenta un “foro” interno che è quello creato dal chirurgo (attraverso l’incisione scrotale o alla base del pene) per collocare il serbatoio della protesi in addome. Per ridurlo si somministrano, se richiesti, antidolorifici nel post-operatorio.

Nonostante questi potenziali rischi, oggigiorno le complicanze dopo l’impianto di protesi peniena sono complessivamente rare, inferiori al 5%. Ciò è dovuto ai progressi delle tecniche chirurgiche, sempre meno invasive, e delle protesi di pene, più compatibili con i tessuti umani. È comunque fondamentale che l’intervento venga eseguito da un chirurgo esperto e con esperienza in centri altamente specializzati. Con le dovute precauzioni, quindi, i rischi di questa procedura sono ridotti al minimo.

 

Protesi peniena rischi: Perdita dell’erezione spontanea

L’impianto di una protesi peniena comporta inevitabilmente la perdita della capacità di avere un’erezione spontanea, anche nei pazienti che mostravano ancora una residua funzione erettile prima dell’intervento.

Questo si verifica perché l’inserimento della protesi richiede “lo schiacciamento” del tessuto erettile dei corpi cavernosi del pene, che fisiologicamente si riempiono di sangue permettendo l’erezione. Una volta sostituiti da un cilindro protesico, i corpi cavernosi non sono più in grado di riempirsi spontaneamente di sangue, quindi l’erezione può essere ottenuta solo azionando il meccanismo idraulico della protesi.Nei pazienti con una discreta funzione erettile residua, il chirurgo potrebbe tentare terapie farmacologiche, iniezioni intracavernose o altro per evitare la chirurgia. Solo quando queste opzioni falliscono e la disfunzione erettile è severa, si procede con l’impianto della protesi peniena.