L’incurvamento del pene può essere presente dalla nascita (congenito) oppure può svilupparsi nel tempo a causa della formazione di una placca fibrotica (cicatrice) (malattia di Peyronie o induratio penis plastica) dentro al pene. Quando la curvatura diventa significativa, limitando parzialmente o totalmente l’attività sessuale penetrativa o causando deficit erettivi, si rende necessario l’intervento chirurgico. La chirurgia va comunque riservata unicamente a quei pazienti dove la malattia è stabile, cioè in quei pazienti dove la curvatura è rimasta uguale da tempo e non sono presenti sintomi locali come fastidi/dolori in erezione.
Tipi di corporoplastica
Le procedure chirurgiche per la correzione dell’incurvamento penieno sono principalmente di due tipi:
- Corporoplastiche Semplici: queste tecniche consentono il raddrizzamento del pene senza la rimozione della cicatrice fibrotica tipica della malattia di Peyronie. Questi interventi offrono risultati estetici molto soddisfacenti e sono indicati soprattutto per la correzione degli incurvamenti congeniti o acquisiti associati ad una curvatura di tipo lieve o moderato, difficilmente nei pazienti affetti ad curvatura definita grave;
- Corporoplastiche Complesse: interventi che prevedono la rimozione o l’incisione del tessuto fibrotico e la sua sostituzione con materiali autologhi o eterologhi. Anche questi interventi offrono ottimi risultati estetici, ma vanno indicati quando la curvatura è definita “severa”. L’asportazione della placca fibrotica, di fatto, non viene più realizzato da anni a favore di una incisione della stessa. Questo tipo di procedimenti sono decisamente più complicati da realizzare, richiedono estrema manualità da parte dell’operatore e sono comunque associati ad un tasso variabile di complicanze. Lo stato della funzione erettile deve essere ben valutato prima di ricorrere a questa chirurgia ed il contemporaneo impianto di una protesi di pene con o senza “modeling” del pene può essere richiesto.
Tecniche chirurgiche nelle corporoplastiche semplici
Per quanto riguarda le corporoplastiche semplici, esistono diverse tecniche chirurgiche. L’intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale (spinale/peridurale) o in generale. Durante la procedura, si creano incisioni ellittiche sui corpi cavernosi con asportazione di una losanga di questi, dal lato opposto alla curvatura, e si suturano i margini secondo la tecnica di Nesbit, oppure si esegue un’incisione longitudinale con successiva sutura trasversale (tecnica di Yachia). Tali tecniche, seppur valide, sono decisamente datate (prima degli anni ’70 la Nesbit) ed associate ad un grado di insoddisfazione per l’accorciamento o le problematiche locali di grado medio/elevato.
Tali tecniche richiedono ospedalizzazione (circa 3-5 giorni), richiedono un catetere vescicale ed un’anestesia “importante”. Conseguenza inevitabile dell’intervento è un accorciamento del pene di circa 1 cm ogni 10-15 gradi di curvatura.
Le tecniche moderne, invece, sono decisamente diverse. La più conosciuta tra queste è la 16 Dots che è un procedimento che realizzo ambulatorialmente, in anestesia locale, senza degenza notturna e senza utilizzo del catetere vescicale. Non comporta la rimozione di alcuna porzione dei corpi cavernosi, le suture che si utilizzano sono morbide e non fastidiose al tatto e l’accorciamento riferito dal paziente suole essere di grado minore rispetto all’accorciamento legato alle tecniche tradizionali.
Tecniche chirurgiche nelle corporoplastiche con chirurgia di placca
Per la malattia di Peyronie, l’intervento chirurgico si esegue, come scritto in precedenza, quando la malattia è stabilizzata e non presenta sintomatologia dolorosa o evoluzione della curvatura. Lo scopo è, correggendo la curvatura del pene, quello di ripristinare la funzione sessuale. Le modalità terapeutiche principali includono:
- Chirurgia di accorciamento: comporta l’asportazione di porzioni di tessuto albugineo o il posizionamento di punti di plicatura contro-lateralmente alla curvatura. Queste tecniche permettono il raddrizzamento del pene agendo su tessuto sano, ma comportano una riduzione della lunghezza dell’asta.
- Chirurgia di allungamento: prevede l’incisione e il rimodellamento del tessuto fibrosclerotico nel punto di massima deformità, seguiti dall’innesto di materiali autologhi (graft) o eterologhi (patch) per coprire il tessuto cavernoso esposto. Questa procedura non è in grado di ripristinare la lunghezza originaria del pene, ma mira a migliorare l’aspetto e la funzione del pene colpito dalla malattia riducendo l’accorciamento visibile.
- Chirurgia protesica: indicata nei casi di deformità dell’asta associata a un deficit erettile severo o associata ad una grave curvatura dorsale del pene.
L’obiettivo della terapia chirurgica rimane la correzione della curvatura del pene e il ripristino dell’attività sessuale.
La scelta della tecnica chirurgica più adatta dipende dal tipo di curvatura, dalla gravità della deformità e dalla presenza di eventuali problemi di erezione e, come sempre, dalla conoscenza/manualità dell’operatore. È essenziale affidarsi ad un medico specializzato per discutere le opzioni terapeutiche, valutare i rischi e i benefici degli interventi disponibili e selezionare il trattamento più adatto al caso specifico.