Il varicocele è una condizione patologica che colpisce molti uomini, sia giovani che adulti. Il varicocele consiste, in termini pratici, in una dilatazione anomala delle vene all’interno dello scroto, che può causare fastidi nella zona testicolare e, soprattutto, alterazioni della fertilità

Il plesso pampiniforme, una rete di vene nello scroto, drena il sangue povero di ossigeno dai testicoli e lo porta in addome. Le vene del plesso pampiniforme contengono valvole che spingono il sangue verso il cuore per ossigenarlo. Quando queste valvole non funzionano correttamente, il sangue, con le sostanze tossiche contenute al suo interno, ristagna nelle vene causando sofferenza locale (quindi del testicolo). In altri casi, il varicocele può essere un sintomo secondario di un problema addominale o pelvico causando una compressione delle vene e rallentando la circolazione del sangue, portando a stasi sanguigna e gonfiore delle vene del plesso pampiniforme. Il primo caso è noto come varicocele idiopatico, mentre il secondo è chiamato varicocele secondario. Come già detto, nella maggior parte dei casi, il varicocele è asintomatico, ovvero non presenta segni particolari. Tuttavia, può manifestarsi con sintomi come gonfiore testicolare, gonfiore scrotale, fastidio nella zona pelvica e dolore allo scroto. Questi sintomi non compromettono gravemente la qualità della vita, ma possono essere fastidiosi, con possibili conseguenze. Il dolore è spesso “sordo”, persistente e aumenta la sera, dopo lunghi periodi in piedi, attività fisica intensa o rapporti sessuali. Migliora quando il paziente si sdraia.

Varicocele: complicanze

Dopo aver analizzato i sintomi, ora analizziamo le possibili complicanze di questa condizione.

Una delle complicanze più gravi del varicocele è l’infertilità che può manifestarsi con una diminuzione della quantità e qualità dello sperma. Il ristagno del sangue potrebbe aumentare la temperatura attorno ai testicoli, influenzando negativamente la produzione e la motilità degli spermatozoi. Il varicocele rappresenta la causa principale di infertilità nell’uomo con un’incidenza di circa il 35% nella popolazione globale.

La dilatazione patologica delle vene testicolari può portare anche ad una progressiva atrofia testicolare, cioè una riduzione progressiva delle dimensioni del testicolo/dei testicoli. La riduzione della massa testicolare comporta anche una diminuzione delle cellule del tessuto colpito. Non è del tutto chiaro come il varicocele porti all’atrofia testicolare, ma una teoria plausibile è che il ristagno del sangue nelle vene del plesso pampiniforme permetta l’accumulo di tossine dannose per il testicolo e la circolazione arteriosa.
Altre conseguenze possono verificarsi nei giovani in caso di varicocele di medio/alto grado non diagnosticato o trattato, potendo anche compromettere lo sviluppo dei testicoli. In tali situazioni, è fondamentale consultare immediatamente un urologo esperto.

Com’è diagnosticato

Abbiamo visto che il varicocele è spesso asintomatico, con sintomi non sempre distinguibili. La diagnosi si effettua tramite una esplorazione fisica dei genitali (dei testicoli) nella quale il paziente viene invitato ad effettuare una certa manovra per dimostrare la dilatazione venosa. L’ecografia scrotale con il Doppler (una prova che consiste nel valutare l’afflusso ed il reflusso di sangue nei testicoli) viene definita “satellite” quindi non obbligatoria e da riservare ai casi dubbi o poco evidenti. La visita urologica/andrologica con l’esplorazione dei genitali rappresenta una prova basica. Lo spermiogramma rappresenta invece l’unica prova basica che permette di capire se la fabbrica (i testicoli) funziona bene e se il varicocele ha causato, o meno, un’alterazione della fertilità. Sebbene non sempre evidente, il varicocele richiede attenzione e non deve essere trascurato, sia che si tratti di varicocele idiopatico che secondario, a qualsiasi età. Le conseguenze possono essere spiacevoli e causare danni significativi e permanenti.