Nei precedenti articoli abbiamo già esplorato i sintomi e le cause del varicocele, sia nella sua forma idiopatica che secondaria. Ora vediamo più da vicino quali sono le possibili cure e trattamenti per affrontare questa condizione, con un focus particolare sulle terapie basate sulla sintomatologia. Nella maggior parte dei casi, il varicocele si manifesta come una condizione “naturale”, legata all’anatomia dei vasi sanguigni. In molti uomini, nella quasi totalità, il varicocele può essere asintomatico. Tuttavia, quando provoca fastidi locali o dolore, l’approccio terapeutico deve cambiare e ogni caso richiede una valutazione accurata da parte di un urologo esperto.
Diagnosi del Varicocele
La diagnosi corretta è il primo passo per affrontare il varicocele. Questa condizione è caratterizzata da un’anomala dilatazione delle vene presenti nello scroto, responsabili del drenaggio del sangue povero di ossigeno. Se le vene sono dilatate, si può verificare senso di peso testicolare ed un fastidio/dolore variabile, più o meno intenso. La diagnosi avviene attraverso la valutazione fisica dal paziente, dall’esame obiettivo e, se necessario, da un’ecografia scrotale. Solo il varicocele di I grado richiede necessariamente una ecografia per la sua diagnosi, nei restanti casi è richiesta solo l’esplorazione fisica dei genitali e l’ecografia è definita come una prova “ancillare”.
Il varicocele può anche manifestarsi come una condizione secondaria associata a tumori localizzati nell’area addominale o pelvica. In questi rari casi, lo specialista prescrive anche un’ecografia addominale (o altre prove) per escludere la presenza di patologie che potrebbero aver causato il varicocele. Questa situazione è più comune negli uomini sopra i 40 anni. Nei pazienti che incontrano difficoltà a concepire, o per lo studio dei pazienti affetti da varicocele, è indicato uno spermiogramma per valutare la qualità del liquido seminale. Lo spermiogramma rappresenta, di fatto, una prova di fondamentale importanza per lo studio del paziente affetto da varicocele già che questo (il varicocele) rappresenta la causa più comune di infertilità maschile.
Trattamento del Varicocele
Il trattamento del varicocele varia in base alla situazione del paziente, al suo stato di fertilità ed alla presenza o meno di sintomatologia associata. In caso di dolore lieve o sporadico, si può ricorrere inizialmente a trattamenti medici conservativi, come l’utilizzo di mutande/slip ben stretti (che sostengano lo scroto, la sacca dei testicoli) o l’assunzione di farmaci antinfiammatori per alleviare i sintomi. Quando il varicocele è associato ad alterazioni della fertilità, o nei casi dove vuole preservarsi lo stato di fertilità o nei rari casi di varicocele sintomatico, è invece necessario ricorrere a trattamenti più invasivi come la chirurgia o la micro-chirurgia.
Se il varicocele è di natura secondaria, causato da un tumore nell’area addominale o pelvica, il trattamento prevede la rimozione della causa che ha originato la condizione.
Chirurgia del Varicocele
Come scritto in precedenza, la chirurgia ha le sue chiare indicazioni. Esistono vari tipi di chirurgia per il trattamento del varicocele:
- Chirurgia Tradizionale (a Cielo Aperto) e Chirurgia Laparoscopica: Questo tipo di intervento viene eseguito in anestesia generale o locale. Si pratica un’incisione a livello addominale e si isolano le vene dilatate del plesso pampiniforme. Al termine, l’incisione viene suturata e il paziente può tornare a casa dopo un breve periodo di osservazione. Il tasso di recidiva e complicanze legate a questa chirurgia è decisamente elevato, motivo per cui la chirurgia tradizionale è stata soppiantata da tecniche più valide negli ultimi 25-30 anni.
- Embolizzazione/Sclerotizzazione: Si tratta di una tecnica meno invasiva rispetto alla chirurgia tradizionale o la laparoscopia. Attraverso una piccola incisione di circa un centimetro, il chirurgo incannula un vaso del plesso pampiniforme e, dopo verifiche volte a confermare che il vaso sia quello corretto, si introduce una sostanza “che lo brucia”. Questo procedimento si realizza in anestesia locale e risulta essere valido anche se con un tasso di complicanze di tipo medio ed un tasso di recidiva abbastanza elevato legato al fatto che non possono “bruciarsi” con il liquido sclerosante tutti i vasi dilatati.
- Microchirurgia, Varicocelectomia Microchirurgica: si tratta della tecnica d’elezione, a livello globale, più o meno dal 2006. Non viene praticata da molti a causa delle difficoltà nel realizzare la tecnica (è più difficile per il chirurgo), della conoscenza che questo deve avere nel campo della microchirurgia e del costo dei macchinari (del microscopio). Comporta un’incisione di circa 2 cm al lato del pene ed è un procedimento che si realizza ambulatorialmente ed in anestesia locale. Ha una durata superiore alle alte tecniche (circa 30-45 minuti in anestesia locale) ma è associata ad un tasso di complicanze e recidive del 1%.
Considerazioni sulla Chirurgia
La chirurgia può rappresentare l’unica soluzione per trattare il varicocele in alcuni casi. Come per ogni intervento, ci sono pro e contro che devono essere discussi dettagliatamente con il chirurgo. Ogni paziente deve essere consapevole delle possibili complicazioni, delle aspettative realistiche di recupero e del tempo necessario per ritornare alle normali attività quotidiane. La scelta della tecnica chirurgica più appropriata dipenderà da diversi fattori, come la gravità del varicocele, l’età, il desiderio di preservare o migliorare la fertilità.