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TRATTAMENTI ANDROLOGICI E UROLOGICI

Protesi di pene

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Protesi di Pene, la soluzione all’Impotenza Erettile Severa.

La protesi di pene rappresenta il trattamento d’elezione per la disfunzione erettile di grado severo. In questa condizione, una persona non riesce ad ottenere, con i farmaci o con le altre possibili soluzioni, una rigidezza sufficiente del pene per mantenere una relazione soddisfacente.
Il pene è composto da un condotto centrale (uretra, corpo spongioso) che trasporta l’urina all’esterno e da due cilindri con all’interno un tessuto spugnoso (corpi cavernosi) che si riempiono di sangue e che viene “intrappolato” all’interno dando rigidezza al pene.

Nel paziente affetto da disfunzione erettile il sangue non riesce ad affluire correttamente dentro queste spugne o “fuoriesce” prima del tempo dando, come conseguenza, una mancata rigidezza al pene quando una persona desideri.

Le protesi peniene, tecnicamente, sono due cilindri che sostituiscono internamente queste spugne speciali e possono essere di due tipi: “malleabili”, che vuol dire pene sempre eretto e sempre rigido con possibilità di muoverlo in ogni direzione ed “idrauliche” o tri-componenti, che sono attivabili e disattivabili manualmente, al bisogno, attraverso un sistema idraulico che dà rigidità al pene quando attivato e lo affloscia quando disattivato. In nessun caso la protesi di pene aumenta le dimensioni del pene in lunghezza.

Questa, al contrario, si mantiene uguale a quella in stiramento o si riduce di circa 1 cm. Tessuti (inteso come corpi cavernosi, cute ed altro) danneggiati o sofferenti possono alterare i risultati anche estetici dell’intervento obbligando intra-operatoriamente alla scelta di una protesi di minori dimensioni per non compromettere ulteriormente questi tessuti.

La protesi di pene rappresenta la soluzione definitiva al problema dell’impotenza erettile. Per questo eseguo l’intervento di protesi di pene a Catania, Napoli, Roma, Milano e Padova.

Esistono due “famiglie” di protesi: la malleabile e l’idraulica. Mente la prima comporta vivere con una pene costantemente rigido e sempre eretto (nonostante possa tranquillamente piegarsi in ogni direzione e sistemarsi all’interno degli indumenti intimi); la seconda permette di irrigidire il pene attivando e disattivando una pompa idraulica collocata nello scroto che lo irrigidisce pompando liquido dentro la protesi (azionando la pompa scrotale) e lo affloscia svuotando la protesi dal liquido (premendo un pulsante della pompa).

Come si realizza un intervento per impiantare una protesi di pene?

Mentre la protesi malleabile comporta un’intervento mediamente complesso (che realizzo anche in forma ambulatoriale e in anestesia locale), la protesi idraulica comporta un intervento tecnicamente più complesso; in entreambe i casi il grado di soddisfazione del paziente supera il 97%.

Visivamente il paziente sottoposto ad impianto di protesi malleabile noterà due incisioni di approssimativamente 1,5 – 2 cm l’una ai lati del pene, i punti di cute che si utilizzeranno saranno di materiale riassorbibile e cadranno soli.

In caso di protesi idraulica l’incisione cutanea è solo una ed è scrotale alta; anche in questi pazienti i punti di cute saranno di materiale riassorbibile. In entrambe i casi, i corpi cavernosi del pene andranno svuotati e saranno sostituiti dalla protesi.

C’è chi pubblicizza un intervento definito erroneamente come “mini-invasivo” con un’incisione alla base del pene, tutt’attorno. Tale tecnica non offre nulla di diverso dalla tecnica classica anzi, avendo una cicatrice attorno alla base del pene, questa sarà perfettamente visibile ogni volta che il paziente o la partner/moglie guarderà i genitali. L’incisione scrotale, invece, non risulta mai visibile (già che nessuno si guarda mai la sacca scrotale…) e la sua estensione in centimetri risulta assolutamente identica a quella dell’intervento con l’incisione alla base del pene.

Complicanze più frequenti.

Le complicanze più frequenti sono rappresentate dell’ematoma di pene, scroto, perineo o addome e dall’infiammazione locale, tali complicanze non preoccupano e si gestiscono con trattamento orale e topico; alte complicanze più temibili sono l’erosione dei corpi cavernosi, dell’uretra e l’infezione della protesi, in questi casi il rischio di espianto di protesi è elevato. La complicanza più temibile è quella dell’infezione protesica che ha un’incidenza stimata attorno al 2% dei casi quindi assolutamente esigua. Recentemente l’ESAU (European Society of Andrological Urology), che mi ha nominato Associato, mi ha incaricato un capitolo di un libro dedicato appunto alle complicanze della chirurgia protesica.

Come funziona, tipi di impianto protesico e procedimento chirurgico.

La protesi non fa altro che conferire rigidità ad un organo che ha perso tale capacità e può farlo in due forme: permanentemente con la protesi malleabile o “a comando” con la protesi idraulica. Tecnicamente sono due interventi completamente diversi: la protesi malleabile è meno complessa da impiantare e si può fare anche ambulatorialmente ed in anestesia locale (tecnica totalmente innovativa in Italia, solo un altro Centro in Europa esegue la stessa tecnica), mentre la protesi idraulica richiede un livello tecnico decisamente più avanzato. In quest’ultimo caso eseguo una tecnica, frutto di anni d’esperienza fuori dall’Italia, che consente una unica mini-incisione (chirurgia minimamente-invasiva) a livello della linea centrale dello scroto quasi invisibile una volta cicatrizzato (circa 3-4 cm); attraverso questa provvedo ad impiantare i cilindri, il reservorio (serbatoio) accanto la vescica e la mini pompetta idraulica tra i testicoli (invisibile ad occhio nudo).

Con la protesi malleabile il pene è “sempre pronto all’uso” nel senso che è sempre rigido e si può avere una relazione in qualsiasi momento. Non da dolore, non provoca fastidi e visivamente si vedranno due piccole cicatrici ai lati del pene ognuna di 1-2 cm; non richiede apprendimento per attivarla e disattivarla ne dimestichezza coi movimenti manuali in più, posso offrire il vantaggio dell’impianto ambulatoriale ed in anestesia locale. Chi lo desideri, e chi rientra nei criteri di inclusione per essere operato così, può accedere ad una delle cliniche dove esercito, farsi operare ed andare a casa subito dopo in totale anonimato. Non c’è ospedalizzazione, non si resta a dormire nella struttura e terminato l’intervento si può andare tranquillamente a casa. La privacy e l’anonimato (fondamentali per questo tipo di procedimenti) vengono così rispettati al massimo, diminuiscono sensibilmente i rischi legati agli interventi in anestesia generale e loco-regionale (spinale/peridurale), diminuiscono i rischi secondari all’allettamento post-intervento (trombosi venosa profonda, embolismo polmonare ed altro) e, cosa non da poco, c’è un concreto risparmio per il paziente di circa il 40% rispetto ad un qualsiasi altro procedimento di impianto protesico.

La protesi idraulica o tri-componente, invece, è uno strumento molto più complesso e completo sotto diversi punti di vista: consente di avere un pene flaccido ed un pene eretto “a comando” una volta attivata la pompetta idraulica che è invisibile e nascosta tra i testicoli. Richiede sempre che si impiantino due cilindri (che sostituiscono la parte spugnosa dei corpi cavernosi) però questi sono gonfiabili e sgonfiabili in quanto collegati ad un piccolo serbatoio contenente soluzione fisiologica collocato a lato della vescica; il liquido si muove dal serbatoio ai cilindri attivando la piccola pompetta che è nascosta tra i testicoli (sufficienti 10 secondi circa). Nella struttura dove lavoravo in Spagna ne impiantavamo circa 70-80 ogni anno (nessuno ha numeri simili in Europa) e ciò ci ha consentito di sviluppare una tecnica realmente mini – invasiva che permette di sfruttare la linea centrale che separa lo scroto per impiantare i cilindri, il serbatoio e la pompetta idraulica. Una volta rimarginata la ferita (di 3-4 cm) il paziente non noterà assolutamente nulla ed i punti che utilizzeremo per la pelle saranno di materiale riassorbibile (cadono da soli).

I vantaggi

Per chi decide di farsi impiantare una protesi di pene i vantaggi sono elevatissimi ed il grado di soddisfazione dopo l’intervento (indipendente dal tipo di protesi impiantata) è del 97% circa. Chi aveva perso la vita sessuale per il problema di base che lo ha portato a perdere le erezioni, ora può essere felice e ha risolto definitivamente i suoi problemi. Già ad un mese dall’intervento, cioè una volta che i punti siano caduti e che la ferita sia ben rimarginata, il paziente potrà provare la protesi. Per esperienza, nessuno rimane lontanamente scontento dopo l’intervento e tutti si lamentano dello stesso: “Perché non l’ho fatto prima??”. Non c’è un limite di utilizzo della protesi, in teoria ed in pratica si può anche più volte al giorno (sempre che la partner lo consenta), non cambia la sensibilità, il piacere e l’orgasmo, l’unico cambio è rappresentato dall’avere il pene rigido mentre prima non lo era. La protesi è assicurata per 10 anni (quindi parliamo di un qualcosa di qualità estremamente elevata) e viene fatturata come dispositivo medico consentendo un sgravio completo/totale del suo importo dalle tasse.

Controindicazioni

L’impianto protesico presenta poche e rare controindicazioni e queste sono comunque “generali”. L’assunzione di farmaci che alterano la coagulazione del sangue rappresenta una controindicazione ma questi farmaci possono essere preventivamente sostituiti con altri se si arriva all’intervento. Il richiedere una protesi di tipo idraulico, quindi la più completa, non vuol dire in automatico che il chirurgo l’impianta: il paziente deve mostrare una certa dimestichezza coi movimenti manuali per poter attivare e disattivare la pompa, avere una Ferrari in garage e non avere le chiavi per entrare e accenderla sarebbe uno spreco inutile di denaro.

Costi

Quello che veramente incide su questo tipo di chirurgia sono i costi del materiale ma c’è molta cattiva informazione a riguardo. Ci sono due case commerciali che producono le protesi nel mondo, ed entrambe fanno protesi malleabili ed idrauliche. Ovviamente la protesi malleabile, tecnicamente molto più semplice, ha un costo nettamente più basso rispetto a quella idraulica. Diversamente da quanto praticato abitualmente, io offro al paziente la possibilità di acquistare la protesi direttamente dalla casa commerciale abbattendo notevolmente i costi del materiale ed evitando inoltre il passaggio a terzi che potrebbero modificare il costo della protesi. Pertanto, una protesi malleabile avrà un costo di circa 1.500 euro mentre la protesi idraulica tri-componente di ultimissima generazione (cilindri, serbatoio, pompa) avrà un costo di circa 7.000 euro. A questi costi vanno aggiunti quelli della clinica e dell’equipe. I costi del materiale protesico, così come dell’intervento, sono deducibili e la protesi viene fatturata come “dispositivo medico”.

Consigli

L’unico consiglio che mi sento di dare alle persone affette da disfunzione erettile severa è quello di cercare un vero specialista in andrologia chirurgica (magari anche urologo come me) e parlare del loro problema senza la minima vergogna e senza trascurare aspetti della sfera personale. Posso capire che i costi rappresentano un fattore importante che spaventa le persone, ma ad oggi con 7.000 euro non si compra neanche un’utilitaria che, tra l’altro, non è garantita 10 anni e non offre gli stessi piaceri di una protesi di pene.

Dr. Marco Cosentino

Trattamenti Andrologici e Urologici

Opero da anni come andrologo e urologo specializzato. L’esperienza, la ricerca e gli studi internazionali che ho condotto mi permettono trattare moltissimi problemi, disfunzioni o malattie di natura andrologica e urologica. Lavoro con l’obiettivo di far recuperare una vita intima e sessuale soddisfacente ad ogni mio paziente.